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Venezia, un progetto in cerca di curatore. Alma Zevi e Aurora Fonda sull’arte contemporanea in laguna e il futuro.

30 settembre 2020, sopra la Galleria Alma Zevi, Salizzada San Samuele 3355, Venezia
Parole di Claudia Malfitano
Immagini di Camilla Rigo Langé

Venezia è come un salotto in cui è ancora possibile incontrarsi per caso e parlare. Ma spesso le calli si riempiono all’improvviso, e troppe voci coprono i nostri discorsi.
Ora che il silenzio è quasi inquietante, due galleriste, Aurora Fonda della galleria a plus a e Alma Zevi dell’omonima galleria,  si incontrano in un appartamento una volta in affitto turistico, e ora dependance della galleria di Alma. Qui vengono ospitati artisti in residenza e c’è modo di parlare di arte e di Venezia.

In alto a sinistra: Aurora Fonda e Alma Zevi
In alto a destra: dettaglio di Aurora Fonda

Come siamo arrivati ad oggi.

 

Aurora Fonda: A Venezia sono giunta per studiare storia dell’arte, mi sono laureata a Ca’ Foscari con una tesi su Antonin Artaud e i suoi disegni e poi ho cominciato a lavorare come curatrice free lance, curando mostre in Italia e all’estero, sono stata a Fabrica la scuola sperimentale di Benetton, per un anno, collaborando  con Adam Broomberg con cui ho realizzato il progetto “Paura” in quanto mi è sempre piaciuto operare negli spazi esterni e alternativi della città: siamo intervenuti sulle fermate dei vaporetti e costruito un percorso ad immagini di quelle che erano le più grandi paure degli anni ’90; e nel 2003 mi hanno proposto di dirigere la galleria slovena qui a Venezia, padiglione sloveno alla Biennale. Nel 2014 la Slovenia ha deciso di andare all’Arsenale allora con Sandro Pignotti, il mio partner, abbiamo deciso di rilevare lo spazio che adesso è una galleria d’arte; visto che abbiamo una scuola per curatori e vista la nostra formazione – lui è dottore di ricerca in Filosofia e letteratura e io in Storia dell’Arte – cerchiamo di  fare progetti che abbiano una forte impronta curatoriale. Per cui collaboriamo sia con artisti e curatori italiani e sia internazionali con i quali cerchiamo di  strutturare dei progetti pensati per la galleria in uno stretto o costante dialogo che ci porta a costruire la mostra.

 

Alma Zevi: Invece io sono qui dal 2016. Ho studiato Storia dell’Arte a Londra al Courtauld Institute e poi ho lavorato come curatrice indipendente con gallerie e musei diversi, lavorando spesso anche con artisti. A un certo punto ho deciso di venire a Venezia, e solo dopo ho pensato a cosa fare qui…quindi Venezia mi ha portato a Venezia! Gli anni precedenti venivo abbastanza spesso per la Biennale e ho sempre visto tanti bei ristoranti, negozi e musei… ma quando qualcuno mi chiedeva: “Dove andiamo per vedere una galleria?” non sapevo cosa dire perché non ce n’erano tante. Quindi per me aprire una galleria è diventata un’opzione. Mi sono quindi trasferita a Venezia, e mi piaceva in particolare questa zona perché ci sono la tua galleria, quella di Giorgio Mastinu, Palazzo Grassi e vari padiglioni della Biennale – Bosnia, Lussemburgo, Montenegro. Ho cercato uno spazio in quest’area e ho avviato una programmazione che prevedeva artisti giovani, alternati ad artisti più conosciuti. Tutto questo era quasi 5 anni fa, e siamo ancora qui! Anche io ho compiuto la tua stessa transizione da storica dell’arte e curatrice a gallerista. Poi tra le nostre attività abbiamo anche cercato di aggiungere cose che altre gallerie non fanno, ad esempio le residenze d’artista: l’appartamento dove ci troviamo adesso lo usiamo di solito proprio come studio per gli artisti quando vengono in residenza. Volevo che la galleria avesse diverse funzioni, come per te che hai la scuola, ad esempio. Dobbiamo trovare nuove vie, non possiamo rimanere ancorati al passato.

In alto a sinistra: un’opera di Marcantonio Brandolini d’Adda, artista della galleria Alma Zevi
In alto a destra: Alma Zevi

 

Alma Zevi è curatrice e gallerista, con alle spalle oltre 30 mostre in tutto il mondo. Alma Zevi è nata a Londra nel 1988. Si è laureata in Storia dell’Arte presso il Courtauld Institute of Art di Londra nel 2010. Vive tra Venezia e Celerina (Svizzera). Le sedi espositive hanno incluso Londra, Venezia, Vienna, Colonia, New York, Atene e Ginevra. Zevi ha curato mostre per musei e istituzioni nazionali, come il Museo d’Arte di Mendrisio e il Musee d’art e d’histoire di Ginevra.
Alma Zevi ha fondato la sua omonima galleria a Venezia, nel 2016. La missione della galleria è fornire una piattaforma dinamica sia per artisti internazionali emergenti che affermati. La galleria ospita regolarmente residenze di artisti in cui vengono prodotti nuovi corpi di lavoro in risposta al patrimonio culturale unico della città. Al centro dell’etica della galleria è la residenza per artisti e lo spazio di progetto che Alma ha fondato nel villaggio di montagna di Celerina, in Svizzera nel 2013. Nel gennaio 2019, Alma ha aperto un avamposto della galleria a Mayfair, nel centro del quartiere delle gallerie di Londra. Questo spazio, che funge da ufficio e sala di visione privata, rappresenta ulteriormente il programma della galleria. Alma è membro del Chinati Contemporary Council; il Warburg Visionary Circle; è anche Young Patron di diversi importanti musei del Regno Unito, tra cui la Serpentine Gallery e il Victoria and Albert Museum. Ha parlato al Courtauld Institute, Oxford University, PhotoLondon, Somerset House e Serpentine Gallery.

Aurora Fonda: Sono d’accordo, la galleria non può e non deve essere un semplice negozio; e credo che una forma di ricerca, come la residenza d’artista, seguire gli artisti da vicino possa fare la differenza.

 

Alma Zevi: E poi siccome le nostre gallerie sono aperte quasi 365 giorni l’anno, presentano entrambe una programmazione annuale e non si limita a certi periodi. E quindi è bello che possiamo fare tu la Curatorial School e io l’Artist Residency, che possono andare avanti in tutti i momenti dell’anno di bassa stagione in cui la città è bellissima e gli artisti possono girarla e capire tante cose che in altri momenti non sono possibili…cambiano il tempo, lo spazio…dobbiamo sfruttare questa opportunità di stare a Venezia, durante tutto l’anno.

 

Aurora Fonda: Credo che sia importante vedere che Venezia possiede un’offerta culturale che non sia esclusivamente legata alla Biennale. E se purtroppo quest’anno la Biennale è stata sospesa a causa del Covid, per fortuna stanno emergendo numerose realtà culturalmente attive.

 

Alma Zevi: Trovo che anche il Teatrino di Palazzo Grassi abbia un bel programma di eventi tutto l’anno, adesso ad esempio presentano Lo Schermo dell’Arte. Offre una bella programmazione anche in momenti più tranquilli, dando sempre modo sia ai turisti sia ai veneziani di avere qualcosa di interessante da fare.

 

Aurora Fonda: Esatto, sarebbe importante riuscire anche a creare interesse, magari con delle visite organizzate negli studi d’artista. Gli atelier di artisti, nonostante i costi degli spazi, a Venezia non mancano…tra quelli più giovani c’è Maddalena Tesser, poi la generazione di Maria Morganti, Elisabetta di Maggio, Maria Teresa Sartori…

 

Alma Zevi: …alla Giudecca Carolina Antich, poi ci sono artisti giovani come Marcantonio Brandolini d’Adda e Simone Carraro, che abbiamo al momento in mostra in galleria. A Simone in particolare l’anno scorso è stato assegnato uno degli atelier della Fondazione Bevilacqua La Masa. In più c’è Giorgio Andreotta Calò che si divide tra Bologna e Venezia…c’è tutta una vita di artisti qui a Venezia.

In alto a sinistra: Aurora Fonda

 

Aurora Fonda è nata in Slovenia e vive e lavora a Venezia. Dottore di ricerca in storia dell’arte all’università di Padova, dal 2003 dirige la galleria A plus A di Venezia e nel 2004 assieme a Sandro Pignotti fonda la School for Curatorial Studies Venice, luogo di sperimentazione e ricerca nell’ambito dell’arte contemporanea e della curatela. Un aspetto che influisce in maniera determinante nella politica espositiva della galleria A plus A diventata privata dal 2015.
Ha curato numerose mostre di giovani autori e di artisti italiani e internazionali affermati quali Zoran Music, Jannis Kounnelis, Enzo Cucchi, la Casa Vestita di Matej Andraz Vogrincic. Nel 2001 e nel 2015 è stata curatrice del padiglione sloveno alla Biennale di Venezia.

L’arte contemporanea a Venezia e Venezia come città.

 

Aurora Fonda: Una maggiore proliferazione di attività artistiche potrebbe creare  in città una situazione viva…magari associata  ad una buona promozione, questo potrebbe portare dei benefici alla città. Anche il livello dell’attività culturale dovrebbe ambire a puntare più in alto, e così facendo forse ci potrebbe raggiungere un pubblico diverso anche durante l’inverno, quando la città è bellissima. E di questo trarrebbero beneficio anche gli artisti locali che operano in questo contesto.

 

Alma Zevi: Io ho trovato anche sorprendente il fatto che durante tutto l’anno ci sono delle persone che vengono a Venezia e si interessano all’arte contemporanea e, siccome la città è piccola e non ci sono tante gallerie, abbiano anche l’opportunità di instaurare un rapporto più significativo con chi viene in visita. Per fare un paragone, non ci troviamo ad esempio a Chelsea, a New York, dove una persona arriva e si trova a dover vedere 20 gallerie nello stress totale… qui viene da me, viene da te, va da Giorgio Mastinu, va a Palazzo Grassi, è tutto un altro ritmo grazie al quale le persone possono apprezzare l’arte e avere una conversazione con i galleristi. C’è un valore in questa modalità meno frenetica, è un’altra esperienza: è Venezia. La gente viene a Venezia ed è tutta contenta, col sorriso stampato in faccia. Per me questa è la cosa che più differenzia l’avere una galleria qui rispetto al resto del mondo. Anche con Victoria Miro, ad esempio, siamo fortunati che ci sia un bel rapporto, la loro programmazione è di alta qualità. Però, se andiamo indietro nel tempo, una volta c’erano molte più gallerie importanti in città, come il Capricorno, il Cavallino, ecc. La città dovrebbe ambire a tornare di nuovo a quel punto, così Venezia sarà riconosciuta non solo per la Biennale ma anche per la programmazione delle gallerie d’arte contemporanea: questo avviene se hai un programma impegnato e connesso a quello che succede nel mondo, e se hai una visione.

 

Aurora Fonda: Avere una visione, esatto. La visione è alla base dello sviluppo di una galleria, infatti non basta fare mostre, ma nel costruire gli eventi e i passi successivi di uno spazio espositivo bisogna sempre tenere a mente e lavorare per sostenere e sviluppare la propria visione. Sembra un processo scontato, ma in realtà non lo è. E non è una caso, infatti, che oggi ricordiamo solo il lavoro svolto da una galleria come il Cavallino.

In alto a sinistra: Aurora Fonda e Alma Zevi
In alto a destra: un dettaglio della residenza d’artista di Alma Zevi

Di cosa ha bisogno Venezia oggi.

 

Alma Zevi: Venezia oggi avrebbe bisogno di più giovani: più supporto per giovani artisti e professionisti. Più iniziative per le persone che si laureano, perché se non c’è niente per loro qui a Venezia, se ne andranno ovviamente in altre città. Quindi più opportunità. Vedo tantissimi palazzi vuoti: mi domando perché non si investa un po’ dandoli a chi vuole fare progetti di residenze d’artista, ma anche studi di registrazione, di graphic design, di produzioni di film…con uno sforzo si potrebbe creare qualcosa di più attraente per i giovani.

 

Aurora Fonda: Sono assolutamente d’accordo: basti pensare anche agli spazi dell’Arsenale che spesso si affittano solo durante la Biennale e nel resto dell’anno rimangono vuoti. Questi potrebbero essere dei fantastici atelier per artisti, designers o professionisti di altre discipline incentivando economie che non siano essenzialmente legate al turismo. Tra l’altro questi potrebbero essere dei potenziali nuovi residenti.

 

Alma Zevi: La cosa interessante del Covid è che con meno turisti e prenotazioni AirBnB ci sono più opportunità per le persone che vogliono vivere a Venezia, e che prima sarebbero state obbligate ad andare in terraferma. Adesso c’è più spazio.  La comunicazione poi è molto importante e penso che dovrebbe migliorare per molte giovani imprese, creative e non: avere un buon sito web, un buon profilo Instagram, sono cose che hanno un costo basso e che tutti possono fare. Ovviamente non tutti possono venire a Venezia, ma con un bel profilo Instagram o un sito fatto bene si può creare una connessione tra la città e il resto del mondo. Se uno è a Los Angeles e segue per tre anni un profilo Instagram bellissimo, sicuramente gli viene voglia di venire in Italia e a Venezia! Quindi come visione a lungo termine, la comunicazione digitale può avere un effetto positivo anche se adesso non si può viaggiare tanto.

 

Aurora Fonda: …sì, può creare aspettative, stimolare l’interesse…

 

Alma Zevi: …non possiamo restare nella nostra bolla, dobbiamo condividere…

In alto a sinistra: Aurora Fonda
In alto a destra: un dettaglio della residenza d’artista di Alma Zevi

Aurora Fonda: La comunicazione è fondamentale. Il problema è che Venezia vive o viveva di rendita…ma ora dovrebbe fare un piccolo sforzo, un nuovo restyling strutturato e pensato in relazione ai cambiamenti da attuare in e per la città. L’acqua alta e la pandemia hanno messo in evidenza tutte le criticità e fragilità di Venezia, e credo che sarà difficile che tutto torni come prima. Per questa ragione andrebbero pensate delle alternative che sostengano economie alternative. Per esempio incentivando delle iniziative interessanti come la International Glass Week, che puntano alle eccellenze locali, una manifestazione che inoltre coinvolge tutta la città, varie istituzioni..

 

Alma Zevi: …mette insieme un aspetto locale – il vetro di Murano – e artisti internazionali che hanno lavorato col vetro. Quindi ha senso.

 

Aurora Fonda: E lì c’è anche una visione lungimirante, perché l’economia del vetro non è solamente legata al turismo ma è anche una forma d’arte. Rappresenta un modo per fare scoprire agli artisti le potenzialità della materia, attualizzarla e rivitalizzarla. Un’iniziativa così dovrebbe solo crescere. Questo tipo di eventi sono importanti per la città, ed è fondamentale che abbiano la giusta risonanza in quanto sono moltissimi gli amanti del vetro in giro per il mondo.

In alto a sinistra: Alma Zevi

I posti del cuore a Venezia.

 

Alma Zevi: Io vado spesso al Palazzo Experimental, mi piace stare alle Zattere, è un posto un po’ particolare e unico a Venezia; e poi da Schiavi per l’aperitivo!

 

Aurora Fonda: A Venezia ci sono vari locali, in base a dove ti trovi: se sei a Cannaregio vai da Vino Vero, se a Dorsoduro vai da Schiavi, se sei in Campo Santa Margherita vai alla Bifora.

 

Alma Zevi: a me piace tanto La Zucca!

 

Aurora Fonda: Anche a me piace La Zucca!

 

Alma Zevi: Si mangia sempre bene!

 

Aurora Fonda: Invece per quanto riguarda gli spazi d’arte a Venezia, a me piace sempre molto girare gli studi d’artista. É sempre una bella esperienza quando hai questa opportunità di stare con loro, sentire l’odore della pittura, dei materiali, confrontarsi con questi spazi è stimolante.

 

Alma Zevi: Anche per me, e poi Ocean Space. La mostra che hanno adesso, “Territorial Agency”, è molto interessante; la loro programmazione è sempre in dialogo con gli eventi che stanno succedendo a livello globale, in più la Chiesa che la ospita è bellissima e mi piace il contrasto che si genera con le opere contemporanee. E quella zona di Castello mi piace molto.

 

Aurora Fonda: Sì, tutta la zona di San Lorenzo fino alla Biennale è molto bella.

 

Alma Zevi: Infatti quando le persone vengono a visitare la città le porto lì, e a mangiare un gelato da Mela Verde…e poi al Covo, o al Covino

 

Aurora Fonda: Sì è una zona stupenda!

 

Alma Zevi: Ma il mio posto del cuore a Venezia è casa mia..

 

Aurora Fonda: Venezia è un posto un po’ particolare dove tutti si sentono a casa,  ma dove paradossalmente neanche i residenti si sentono a casa loro perché si trasforma e cambia così spesso che non la si riconosce.

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